Light Drifting e...Bolentino!
Light Drifting e Bolentino, due tecniche che riescono a suscitare grandi emozioni a chi le pratica. Con questo articolo, vorrei illustrare ai miei lettori, come è possibile effettuare degli ottimi carnieri di pesce, costituito da varie specie ittiche come pagelli, saraghi, orate, scorfani rossi, occhiate, sgombri, sugarelli, palamite, lampughe e tante altre specie pelagiche e bentoniche di grande interesse, sia per il pescatore esperto, sia per chi comincia, ossia per il principiante, che poi, nella sostanza, quest’ultima categoria rappresenta quel settore sportivo, verso il quale è orientato questo articolo. Vorrei cercare di mettere proprio i principianti, nelle condizioni di poter pescare dei bei pesci per gioire con viva soddisfazione.
Con l’occasione, spiegherò con delle sintesi a valenza didattica, come si realizzano alcuni finali in uso per il lightdrifting e per il bolentino, attraverso delle nozioni di pesca pratica, esercitata...sul “campo”...marino! Ripresi e trasmessi nel VIDEO dall’Equipe di PESCA DALLA BARCA TV, il grande Magazine via Web, un significativo punto di riferimento per gli appassionati della pesca sportiva e ricreativa. Per seguire certi eventi
http://www.youtube.com/pescadallabarcatv
Le attrezzature per il Light Drifting e per il Bolentino
Per quanto riguarda le attrezzature, partendo dalle canne, è necessario utilizzare elementi in carbonio, di ultima generazione, in grado di flettere armonicamente con un’azione progressiva, per ben neutralizzare le fughe di pesci importanti come palamite, lampughe di taglia, orate, dentici, etc. Le dimensioni di queste, dovranno essere dai 3,5 metri, fino a 4 – 4,20 – 4,50 metri, che rappresentano le misure ottimali, con cui lavorare in modo egregio. Indipendentemente di costruzione telescopica o a innesti, il cimino dovrà essere molto sensibile per consentire il recupero di pesci di taglia, anche con finali sottili nell’ordine dello 0,185 – 0,21, senza problemi, a prescindere dal rinforzo applicato in prossimità dell’amo.
A tale proposito, consiglio due tipi di canne distribuite dalla Tecnofish, la TKO LIGHT DRIFTING ROD COMPETITION 3000, di mt 3,5, usata nella battuta di pesca a lightdrifting alle palamite e la SUPERTAKO’ 4150, teleregolabile di mt 4,00 usate entrambe nella ripresa VIDEO, con la tecnica del bolentino con barca ancorata. Queste canne, dotate di anelli di qualità della Statunitense Pacific Bay, con pietra in “duraloy” lucidata, offrono un’adeguata risposta, sia nell’utilizzo del monofilo che per l’uso continuato ed aggravato del multifibra Dyneema o Spectra nei vari libbraggi. I 12 passanti presenti, su questo modello di punta, distribuiti nel numero di 6 nei 4 pezzi disponibili, più altri 6 per ogni vettino utilizzato, forniscono una certa fluidità nello scorrimento della lenza. Tutti gli anelli sono ben distribuiti e contribuiscono in modo equilibrato ad armonizzare le flessioni più energiche e stressanti in pressing sull’intera canna. Questo lo si evince, in modo particolare, quando capita di “stanare” dal fondo una preda ambita come un dentice di taglia importante. Praticamente, “forzare” quando occorre e “concedere” al momento richiesto. Sia la TKO LIGHT DRIFTING ROD COMPETITION 3000 che la SUPERTAKO’ 4150, hanno dato nelle prove pratiche, dei risultati eccellenti.
In riferimento ai mulinelli abbinati, abbiamo pescato con i nuovissimi Tecnofish Drag Force 30 SS taglia 5000, una misura media, ben ponderata per l’azione Light Drifting e Bolentino.
Questi due prodotti, il non plus ultra delle tecnologie applicate nel settore della pesca, hanno offerto, senza enfasi, grandi doti di: tenacità, resistenza strutturale ai gravosi recuperi con 200 grammi di piombo, leggerezza, rapidità nei recuperi con 5,5:1 ed un Drag di 50 lbs, ossia, 25 Kg reali! Veramente notevole. Il Tecnofish Drag Force 30 SS, commercializzato nelle taglie 4000 – 5000 e 6000, viene indicato anche per altre tecniche di pesca come lo Spinning leggero, pesante ai pelagici e al Vertical Jigging.
Per quanto riguarda le lenze madri avvolte nelle bobine dei due mulinelli Tecnofish menzionati, sono state impiegate: per il Light Drifting, il nuovissimo monofilo P-LINE VOLTAGE dello 0,24 le cui peculiarità sono quelle di essere stato trattato anti raggi UV, mentre per il bolentino, l’innovativo multifibra Spectra P-LINE ARMORED dello 0,13. Questo particolare trecciato, è rivestito da una speciale “copertura” che lo rende straordinariamente scorrevole nei lanci e nei recuperi, con grandi limitazioni agli sfregamenti e alla relativa usura. E’ silenziosissimo e dispone di una notevole tenuta al nodo.
I finali per il Light Drifting
La scelta dei finali è stata orientata sul nuovissimo fluorocarbon SHINSEI della P-LINE nelle misure dello 0,225 lungo mt 3 e di un rinforzino di circa cm 8 di fluorocarbon SHINSEI dello 0,317. Ho impiegato ami tipo Aberdeen Tecnofish Reflex del N°01 Serie 5555BLNR ottimo per le palamite. L’unione tra il capo del finale ed il rinforzino di lenza è stato eseguito mediante il nodo a “otto” a tre spire.
I finali per il bolentino
Per il finale del bolentino, con barca ancorata, ho utilizzato un trave in fluorocarbon P-LINE SHINSEI dello 0,295 lungo circa mt 2,5 e N°02 braccioli in fluorocarbon P-LINE SHINSEI dello 0,225 lunghi cm 60 ciascuno. Ami Tecnofish N°2 Serie 5555BLNR a paletta e Tubertini Serie 2 Opaco del N°3.
Sul trave di questi finali, ho rigorosamente incollato con la cianoacrilica P-LINE STOP GLUE, perline calibrate del N°12. Ho assemblato ai braccioli, snodi girevoli CLIP BEADS Stonfo e VERTIGO della Tubertini. L’azione sorprendente della colla STOP GLUE, ha permesso un perfetto e duraturo incollaggio tra trave e bracciolo, entrambi costituiti in fluorocarbon.
E’ stato utilizzato un piombo Tubertini da g. 130.
Per il finale del bolentino, con barca in deriva e a scarroccio, ho utilizzato una variante al finale suddetto con l’inserimento del terzo bracciolo e della zavorra maggiorata a g. 180.
Per questo finale specifico per i pagelli ed altri pesci di fondo, il montaggio è risultato pressochè identico, tranne che i due braccioli centrali sono stati realizzati con una lunghezza di cm 30 ciascuno, e l’ultimo bracciolo finale, quello posizionato vicino al piombo, di cm 40, con l’amo pescatore. Stessi incollaggi, stessi diametri per trave e braccioli.
Le esche
Per quanto riguarda le esche, sono state usate: le sardine a Light Drifting e al Bolentino con barca ancorata, mentre nella pesca a scarroccio sul medio fondale, sono stati utilizzati i gamberetti.
Le tecniche nella sintesi
In pesca a Light Drifting e a Bolentino con barca ancorata
Per quanto riguarda il Light Drifting, ho applicato sul capo libero(0,24) del mulinello, uno Stopper misura S della Nakazima, al cui seguito ho piazzato una perlina del 12, e successivamente un galleggiante scorrevole da g. 25, un salvanodo e una trigirella del n°18, per ben scaricare le eventuali torsioni. Ho aggiunto g.1,5 di prova sul piombo a monte della trigirella.
L’azione di pesca è stata esercitata su una secca, in un degrado roccioso a quota -27,5 metri.
Dopo aver ancorato l’imbarcazione, è stata effettuata una preliminare pasturazione di superficie e a mezz’acqua con l’ausilio del preziosissimo Sardamatic tritasardine, visto la corrente moderata esistente. La regolazione dello Stopper ha portato l’esca costituita da una sardina intera, a farla flottare in corrente a circa 15 metri, come primo tentativo di prova. Piazzata la canna nel portacanne orientabile per Light Drifting, che tiene la canna posizionata quasi orizzontalmente, per facilitare l’uscita della lenza madre che deve avvenire rigorosamente con l’archetto del mulinello aperto, inizia l’azione di pesca, con il galleggiante che lentamente viaggia nel verso della corrente. Dopo circa una mezz’ora di pesca, mentre l’operatore VIDEO mi rivolge alcune domande sulle tecniche di pesca in uso... avviene lo Strike! Si sente fuoriuscire rapidamente la lenza dal mulinello: ci siamo, è lei, la palamita! Prendo la canna e imprimo una ferrata, decisa, ma moderata, compatibile con il finale in uso dello 0,225.
Inizia il tira e molla con violenti sfrizionate che si alternano con rapidi recuperi: il ratio 5,5:1 non dà scampo alla palamita che cerca di riguadagnare filo! Peso stimato dal tiro...circa 2 Kg! Continua la lotta, si sente il vento che fa fischiare la lenza madre in tensione. Questi sono momenti emozionanti intensissimi per un pescatore come me. Durante il combattimento, cerco di agevolare le riprese VIDEO e dopo un quarto d’ora faccio affiorare in superficie lo scomberomoride con tutta la sua livrea azzurra striata e sfumata dal fianco argentato. Inizialmente sembrava più grossa, poi ha ceduto. Faccio emergere la testa per un paio di volte in superficie e dopodichè assicuro il pesce a pagliolo con un robusto guadino: è fatta! Presento il pesce all’operatore che la immortala in mille modi.
Continua l’opera di pasturazione, per cercare di spaventare il meno possibile il branco di questi pelagici. Vicino alla mia barca, ce ne sono altre in azione di pesca, ma non vedo movimenti strani a bordo che possano indicare qualche allamata. La “concorrenza”(barche presenti) è praticamente ferma! Mentre rispondo all’Operatore, spiego alcuni passaggi sul montaggio di alcune lenze e armo anche l’altra canna per il bolentino. Innesco due invitanti bocconi(tocchetti di sarda) e calo sul fondo.
Non pasturo sul fondo con l’altro pasturatore a sgancio rapido, in quanto la corrente marina si sta riducendo e il Sardamatic, supplisce a dovere anche a questa funzione. Passa il tempo e avverto un’altra “fuga” di lenza...e vaiiiiiiiii, altro Strike! Ferrata! Riprende il tira e molla, ma con vigore più modesto rispetto alla palamita. Dopo qualche fuga e un salto in aria del pesce, segno inequivocabile che trattasi di un lampuga, riprende il combattimento che dura pochi minuti, dopodichè anche questo pesce salta sul pagliolo di bordo. Questo pelagico dai colori smaglianti verde-oro-punteggiato di blu allieta ancora la nostra battuta di pesca. Mentre facciamo le riprese di rito, l’altra canna piazzata a bolentino si flette e recupero la lenza e quando giunge sottobordo, con vivo stupore osservo: 2 polpi con un solo colpo! Incredibile ma vero! La pesca riserva sempre delle sorprese. Due cefalopodi assieme: catture decisamente inusuali! Riprendiamo la pesca e dopodichè decidiamo di passare al bolentino indirizzato ai pagelli. Recuperiamo l’ancora con il pallone di bordo e...via! Barca in movimento, missione pagello. Rotta SW per un altro miglio su un fondale di circa 41 – 45 metri di profondità.
In pesca a bolentino con barca in deriva e a scarroccio
Appena giunti sullo Spot, armo un’altra canna utilizzando il finale già descritto per i pagelli e calo giù sul fondale. L’Ecoscandaglio mi segna -41,5. Il fondale è costituito da piccole rocce e fondo sporco da sedimenti di conchiglie con tratti di fango. Le tocche ben avvertite dal cimino e dal multifibra, mi segnalano che qualche pagellotto inizia a banchettare e...zac, ferrata! Iniziano a venire un po’ di pesci, con doppiette, ma sono di taglia piccola...praticamente insignificanti. Rimettiamo in acqua i pagelli piccoli e teniamo un bel sugarello ed altri pesci. Manca poco al termine della prova. I tanto agognati pagelli di taglia...sono desaparecidos! Ad un certo punto, tra un piccolo pesce e l’altro, una botta al cimino... e zac! Un pesce allamato, molto pesante, dovrebbe essere un cappone(scorfano rosso) di taglia interessante. In effetti, tra il dubbio che sia un altro polpo o proprio il tanto agognato cappone, il sogno si materializza, con quella sagoma rossa che lentamente sale in superficie...evviva è lui, il cappone! Appena giunto sotto bordo, un rapido colpo di guadino ed il pesce si mostra tutto con la sua colorazione arancio-fuoco. Stupendo, ma più che altro, straordinariamente squisito!
Seguono foto e riprese di rito e, a questo punto, concludiamo doverosamente la nostra battuta di pesca, con rotta: Marina di Salivoli, missione compiuta!