Light Drifting e...Big Fish!
Prima decade - settembre 2012
LIGHT DRIFTING... E BIG FISH!
by HUMMINBIRD 597 ci Combo e Sardamatic!
Di Francesco Martelli
Avevo già notato dalla terrazza di casa, guardando verso il mare, più volte, e in più giorni, delle mangianze, a dir vero... serie! Un turbinio di gabbiani, bollate...una mangianza dietro l’altra! Mi dovevo decidere: o una battuta a spinning utilizzando qualche Jig da 30-60 grammi per cercare di allamare qualche palamita oppure, inizio la stagione al Lihgt Drifting! Mi decido per quest’ultima specialità, anche perchè, in famiglia, ho degli autentici “gabbiani” che reclamano del buon pesce di qualità con il quale realizzare delle finissime leccornie a base di tartare, non solo con i filetti di palamita, ma in modo particolare con i filetti di sarago e di...orata! E a questo punto, motivato più dallo spirito gastronomico che da passionista pescatore, eseguo i preparativi, per passare 2 o 3 ore a pesca.
Da “fonti” di banchina a dir vero attendibili, non ho granchè margini di successo, in quanto, i pelagici(palamite - tonnetti - lampughe) che nei primi giorni di settembre, sono accostati, hanno prediletto in modo incontrovertibile il pesce foraggio! Disdegnando le sardine in pastura.Tuttavia, nonostante le notizie non buone, mi decido, dopo un paio di giorni, di mollare gli ormeggi e di fare rotta su una secca vicinissima al Marina di Salivoli, uno dei miei tanti Spot della mia SCUOLA DI PESCA. E così, alla buon’ora, mollo gli ormeggi, e con il mio mitico e leggendario Calafuria 7, ormai superato ma sempre efficiente, mi affianco ad un paio di barche, già presenti nella zona. Con il Sonar attivato, l’Humminbird 597 CI Combo(un integrato GPS), gentilmente concesso dal Distributore Ufficiale Europesca, www.europesca.it , inizio ad esplorare la zona, in modo abbastanza minuzioso e localizzo una “buca” a ridosso di una franata di scogli a quota -28,5. Vedo a fondo dei pesci. Alcuni dei quali, sembrano dei saraghi! La tecnologia “SwitchFire” a chi la sa ben interpretate, non da’ scampo ai pesci! E mi decido di mollare l’ancora a fondo.
Per insidiare le palamite, è già tardi, il sole è già alto, ma...tentiamo lo stesso!
Prima di armare un paio di canne, attivo il mio prezioso Sardamatic tritasardine www.sardamatic.com , un gioiello tecnologico, a dir vero indispensabile per chi si vuole cimentare con questa tecnica di pesca.
Al caro amico Giovanni Spinelli, titolare Sardamatic, bisognerebbe fargli un monumento, per l’impegno profuso che ha fornito al nostro settore della pesca sportiva e ricreativa. Grazie a Lui e alla sua tenacia “tecnologica” oggigiorno siamo in grado di pasturare i pesci pelagici alla perfezione e gioire alla grande con emozioni e sensazioni uniche con prede di taglia quasi sempre assicurate!
La tecnica
Tornando alla pesca, mentre il nostro “pasturatore” sta egregiamente lavorando in modo continuo, macinando sarda dopo sarda, armo due canne, alle quali fisso due galleggianti scorrevoli da gr. 25 ciascuno. Ad una lenza, fisso lo Stopper a circa 12/13 metri, mentre all’altra, lo fermo a quota -26 circa, in prossimità del fondo. Essendo la corrente di provenienza di Nord Owest(Maestrale) che tende a portare le lenze stesse fuori dalla secca, il cui fondale scende fino a -34 / -38 metri, provo ad inserire gr. 1,5 sulla lenza zavorrata a mezz’acqua e l’altra di gr. 3 sulla lenza posta in prossimità del fondo. Nella sostanza, per capire, la lenza situata in sospensione, ha il compito di intercettare in corrente, palamite, tonnetti o lampughe, che rappresentano i pesci pelagici di stagione, mentre l’altra lenza, ha il compito, di insidiare oltre ai pesci pelagici, anche saraghi, orate, tanute ed altri pesci di fondo. Qualora la seconda lenza non desse i suoi frutti, sussiste l’alternativa per un finale a fondo con armamento a bolentino a due ami.
Passa circa un ora e le lenze viaggiano lentamente, con una corrente, moderata. L’archetto dei mulinelli sempre aperto, fa fuoriuscire le lenze in modo graduale e progressivo. Le sarde tritate, escono dal Sardamatic in modo tale che alcuni pezzi viaggiano verso il fondo, la corrente si riduce.
Mi trovo ad un bivio delle mie decisioni: continuare il Ligh Drifting o passare alla pesca a bolentino con le lenze a fondo?
Mi decido di continuare, togliendo un grammo dalla lenza più sospesa, per meglio “incanalare” la sardina nel flusso di corrente. Passa un altra mezz’ora, fino a che... si sente il fruscio del monofilo P-LINE Voltage anti UV dello 0,24, che ci indica sicuramente che un tunnide si è allamato.
A questo punto, chiudo l’archetto ed imprimo una ferrata...soft, ma decisa. E vai! il pesce è in canna! Inizia il combattimento con la canna che si piega fino all’inverosibile. Il vento fa sibilare la lenza in tensione...grandi emozioni! Sto facendo fatica, in quanto la canna con cui sto pescando è una canna che era già pronta, ma era sottile e morbida, destinata per le occhiate e per altri pesci meno importanti. E’ ora che viene il bello, anzi, il brutto! Il pesce, non vuole saperne di venir su: fughe repentine e sfrizionate da sballo, avvengono ogni momento! Speriamo di recuperarlo: ho un finale in fluorocarbon P-LINE – Shinsei dello 0,225, con un rinforzo sempre in fluorocarbon dello 0,295 e amo Tecnofish Reflex 5555BLNR del n°1 ad occhiello. Sto lavorando al limite...Dopo circa mezz’ora di dura lotta, il pesce incomincia a cedere e proprio a questo punto, la pesantezza del pesce e lo sforzo che faccio per sollevarlo lentamente dall’acqua mi fa capire che è un “pezzo” big! Il pesce, prova ancora a muoversi tirando la lenza verso la prua, verso l’ancora, ma il sottoscritto riesce a stento a frenarlo mettendo la canna in diagonale nel lato opposto e finalmente, porto il pesce in superficie. Appena si avvicina sottobordo, riguadagna ancora una decina di metri, dopodichè, lentamente, con la canna in uso al momento, poco idonea, si flette letteralmente a “U” e poi, il pesce, inesorabilmente viene in superficie: è una straordinaria palamita, stimata di circa 5 Kg! Le faccio prendere due boccate d’aria...e vaiiiii..è ”cotta”. A questo punto prendo il guadino e la sollevo! Dopo aver sistemato il pesce, controllo il contenitore del Sardamatic se ci sono ancora sardine all’interno e...ricomincio a pescare!
Passa circa un’altra ora e, sembra che quella palamita sia stato un pesce isolato. Le altre due barche se ne sono andate. Ad un certo punto, avverto una tocca al galleggiante posto più vicino al fondo.
Il galleggiante sparisce ed imprimo una ferrata. Inizia il combattimento con un altro pesce che, da come tira, dovrebbe essere proprio un sarago. In effetti un bel sarago di circa mezzo chilogrammo giunge in superficie e...a pagliolo. Passano altri dieci minuti e...altro affondamento del galleggiante, sempre della stessa lenza posta vicino al fondo. Altra Ferrata! Altro sarago! un po’ più piccolo, ma sempre sulla taglia di porzione. Passa ancora circa un’ora e, a questo punto, decido di rientrare: solo 3 pesci, ma di tutto rispetto per una bella cenetta! Mia figlia e mia moglie saranno contente nel preparare il pesce appena pescato.
La cena
Con questi pesci, è stata prodotta un’eccellente Tartare di sarago maggiore o reale, che tra i saraghi, è quello più fine nei gusti. E poi, una ricetta deliziosa, con tagliata di palamita cosparsa di sesamo e senape, e messa in padella da ambo le parti a fuoco forte per pochissimo tempo. Con i filetti di palamita eccedente è stato preparato uno speciale prosciutto che abbiamo consumato dopo due-tre giorni. Naturalmente, il tutto è stato servito con del vino a dir vero sublime, di gran marca, sia di tipo fermo che in bolle, quest’ultimo, noto per il suo abbinamento con certe prelibatezze.
Considerazioni sul lato tecnico della prova
In questa battuta di pesca, avvenuta in poco più di 3 ore, sono stati catturati solo 3 pesci, di taglia e non, ma tutti ben graditi.
Per quanto riguarda la cattura della palamita, devo sicuramente ringraziare l’azione energica e continua del Sardamatic mod. Time Tronic provvisto di temporizzatore programmato, che mi ha fatto risparmiare tanto tempo prezioso da dedicare alla pasturazione e mi ha permesso di intercettare una palamita in transito a circa un centinaio di metri di distanza. Successivamente, in riferimento ai due saraghi catturati, sono stati pescati, grazie al particolare punto che ho individuato in quella determinata franata, nella quale si evidenziava una buca, con dei pesci sovrastanti. Lo strumento in esame, l’Humminbird 597 CI Combo, un integrato Sonar-GPS, non solo mi ha permesso di localizzare quell’ottimo Spot, ma mi ha consentito di memorizzare il dettaglio con esatta precisione! E’ uno strumento che offre una straordinaria definizione con la tecnologia SwitchFire. Provare per credere! E’ un Sonar GPS, piccolo, contenuto nelle dimensioni con i suoi 4,5” di display, ma grande in qualità per quello che riesce a fornire al pescatore. Il suo display offre 640 pixel in verticale e 480 pixel in orizzontale ed una potenza di 4000 Watt di picco con 500 Watt in RMS, per una profondità utile, reale, di 350 metri! Il trasduttore fornito di serie lavora con due frequenze simultanee, in Dual Beam Plus: 20°(200 kHz) e 60°(83 kHz), che consentono un ampia copertura sottostante la barca.
La funzione GPS, poi, ha fatto il resto, nel memorizzare il punto preciso su cui ritornare in pesca. Questa funzione in dotazione, si avvale della copertura di 50 canali, per fornire una risposta tempestiva ed eccellente. Torneremo a parlare di questo strumento in altre battute di pesca.
Video - Light Drifting: come si pescano le palamite - Parte 1
Video - Light Drifting: come si pescano le palamite - Parte 2